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Essere grati è un toccasana contro ansia e depressione?

Diverse ricerche hanno scoperto che la gratitudine può avere molti benefici. È ad esempio una pratica fortemente legata a diversi indicatori di benessere psicologico, tra cui la soddisfazione della propria vita e la capacità di perdonare. Inoltre, ci sono state alcune prove che potrebbero essere utili per la depressione e l’ansia.

Tuttavia, una nuova meta-analisi pubblicata sul Journal of Happiness Studies va oltre, e suggerisce che potrebbe non essere molto efficace come trattamento per queste condizioni.

L’analisi ha incluso i dati di 27 studi individuali che trattano della gratitudine e della sua capacità di ridurre i sintomi della depressione e dell’ansia. Complessivamente, agli studi hanno partecipato agli studi 3.675 persone.

Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di eseguire una serie di esercizi di gratitudine. Tra i più comuni sono stati scelti l’esercizio delle “tre cose buone” e la “visita di ringraziamento”.

Il primo chiede alla persona di elencare tre cose che sono andate bene quel giorno e poi di riflettere su quelle cose. Il secondo consiste nello scrivere una lettera di ringraziamento a qualcuno che ha fatto la differenza nella tua vita, e poi leggerla. In molti studi è stato chiesto a un gruppo di controllo di eseguire un esercizio non legato alla gratitudine. Ad esempio, agli studenti universitari è stato chiesto di scrivere il programma delle lezioni.

Gli studi hanno avuto una durata molto variabile, secondo l’autore principale David Cregg, un dottorando della Ohio State University. Alcuni sono durati solo un giorno, mentre altri hanno fatto svolgere l’esercizio ai partecipanti per un massimo di 8 settimane, ha detto Cregg.

Quindi, Cregg e il dottor Jennifer Cheavens, professore associato di psicologia alla Ohio State University, hanno analizzato gli effetti della gratitudine sui sintomi della depressione e dell’ansia. La maggior parte dei periodi di follow-up si sono verificati 1 mese dopo l’intervento, anche se alcuni si sono estesi fino a 6 mesi.

Ebbene, a margine di questi studi è emerso che l’effetto benefico, sia immediatamente dopo che al follow-up è stato molto contenuto e, inoltre, non sembrava fare alcuna differenza se l’intervento fosse avvenuto per un periodo di tempo più lungo.

Insomma, uno studio in netto contrasto con altre ricerche precedenti, che esporrà evidentemente il tema  nuove osservazioni.

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