La seduta di ieri è stata positiva per i titoli di stato italiani, e solo marginalmente caratterizzata da qualche presa di profitto sulle scadenze più lunghe nei primi scambi del pomeriggio. A sostenere i Btp, con l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre oramai alle spalle, sono principalmente le aspettative verso la riunione della Banca centrale europea, che domani dovrebbe finalmente annunciare un prolungamento del Quantitative easing, attualmente in scadenza a marzo 2017, e in odor di proroga al settembre 2017, forse con qualche modifica strutturale.
Per quanto concerne la politica interna, invece, la decisione del capo dello Stato di congelare le dimissioni di Renzi fino all’approvazione della legge di Bilancio, attesa entro questa settimana, sposta alla prossima settimana l’attenzione per capire quali possano essere gli scenari possibili in termini di nuovo Governo ed eventualmente tempistica per le prossime elezioni.
Sul fronte internazionale invece è l’Eurogruppo di ieri a catalizzare l’attenzione; sembrerebbe infatti aver fatto passi in avanti nella gestione del piano di aiuti alla Grecia e del debito del Paese. Da una parte i creditori internazionali della Grecia, ossia Unione Europea e FMI, non dovrebbero pretendere da Atene nuove misure di austerità al termine dell’attuale programma degli aiuti, in scadenza nel 2018, mentre Atene spera che la BCE inizi entro il primo trimestre dell’anno prossimo ad acquistare anche governativi greci all’interno del QE. Il Btp a due anni è tornato vicino allo 0%, con una flessione di circa 5pb in termini di rendimento, mentre il decennale risulta poco mosso rispetto alla chiusura di ieri, ad un livello di qualche punto base inferiore al 2%. Complice una seduta marginalmente negativa per i core, lo spread Btp-Bund sulla scadenza decennale si porta in area 163pb dai 166pb della chiusura di ieri.