Gli ultimi aggiornamenti macro che arrivano dagli USA ci informano che l’ISM non manifatturiero a settembre è cresciuto a 59,8 punti da 55,3 punti di agosto, toccando così il livello più alto da agosto 2005 a questa parte. L’indice di attività aumenta a 61,3 punti contro i precedenti 57,5 punti, mentre gli ordini salgono a 63 punti contro i precedenti 57,1 punti, l’occupazione sale a 56,8 punti da 56,2 punti.
Sinteticamente, i settori in espansione sono 15, fra cui il commercio al dettaglio, i servizi alle imprese, la sanità, le costruzioni; gli unici settori in calo sono la ricreazione e l’estrattivo. Per quanto attiene il futuro, le imprese riportano uno scenario positivo, a parte qualche commento relativo ai disagi collegati ai disastri naturali, soprattutto nel commercio e nell’estrattivo.
Per quanto poi riguarda l’indice ISM manifatturiero, il dato aggiornato al mese di settembre fornisce un chiaro aumento a 60,8 punti contro i precedenti 58,8 punti del mese di agosto, toccando il massimo da maggio 2004 a questa parte. Lo spaccato dell’indagine è sostanzialmente piuttosto positivo, con ampi rialzi di ordini e di produzione, in linea con un’ulteriore accelerazione della crescita.
L’analisi statistica ci rivela in merito come il settore manifatturiero sia sostenuto da una combinazione di fattori positivi: da una parte il deprezzamento del dollaro, dall’altra parte l’accelerazione della domanda globale.
I dati così sviluppati forniscono un concreto supporto a un’accelerazione della crescita nella parte finale del 2017 e a inizio 2018, che dovrebbe compensare il previsto rallentamento di inizio autunno dovuto a Harvey e Irma, così come avvenne ai tempi di Katrina.