Stando agli ultimi dati macro pubblicati, nel corso del mese di dicembre la produzione industriale è cresciuta di 0,9% su mese dopo -0,1% su mese di novembre (rivisto da +0,2% mese su mese), sulla scia di un forte incremento delle utility (+5,6% su base mensile), dovuto al clima, e dell’estrattivo (+1,6% su base mensile). Il manifatturiero è in rialzo di +0,1% mese su mese, dopo +0,3% mese su mese a novembre, per il quarto incremento consecutivo, spinto dal recupero del segmento auto (+2% su mese).
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USA, crescono indici ISM non manifatturiero e manifatturiero
Gli ultimi aggiornamenti macro che arrivano dagli USA ci informano che l’ISM non manifatturiero a settembre è cresciuto a 59,8 punti da 55,3 punti di agosto, toccando così il livello più alto da agosto 2005 a questa parte. L’indice di attività aumenta a 61,3 punti contro i precedenti 57,5 punti, mentre gli ordini salgono a 63 punti contro i precedenti 57,1 punti, l’occupazione sale a 56,8 punti da 56,2 punti.
Stati Uniti, prezzo della benzina spinge l’inflazione
Manca poco alla pubblicazione dei dati statuniteni sull’inflazione. Stando a quanto afferma la maggioranza degli analisti internazionali, il CPI ad agosto è previsto in rialzo di 0,3 per cento mese su mese dell’1,8 per cento anno su anno, con rischi verso l’alto sulla scia dell’aumento del prezzo della benzina, che è in parte dovuto alla chiusura delle raffinerie nella zona colpita dalla stagione degli uragani, e in particolar modo da Harvey (anche se in realtà in parte gli effetti si erano già verificati ben prima del disastro in Texas).
Tensioni USA – Corea del Nord pesano sui listini azionari
Il nuovo ciclo di tensioni geopolitiche instaurate all’interno delle relazioni complicate tra Stati Uniti e Corea del Nord stanno pesando sui listini azionari: dopo i cali registrati in chiusura a Wall Street e sui mercati asiatici della mattinata, infatti, i listini europei registrano decise flessioni nella prima parte delle contrattazioni odierne.
Prosegue la debolezza del greggio
Negli ultimi giorni è proseguita la debolezza dei derivati sul greggio, che risultano essere evidentemente appesantiti dall’ininterrotto aumento delle attività di estrazione negli Stati Uniti, certificato dall’ultimo aggiornamento di Baker-Hughes: un simile scenario non può – come temuto – che rendere meno efficaci i tagli produttivi decisi dall’OPEC e dagli altri produttori esterni al Cartello nel corso degli ultimi incontri.