Si chiama Tax Freedom Day, e rappresenta il giorno in cui, a partire dal 1 gennaio, avremmo guadagnato talmente tanto da poter ripagare tutte le tasse dell’anno. Ebbene, il Tax Freedom Day quest’anno scatterà alla mezzanotte del 19 giugno, rendendoci pertanto liberi di lavorare per noi dal 20 giugno, mentre nell’anno appena trascorso l’avvenimento si è verificato il 22 giugno.
In pratica, una buona notizia: lavoreremo due giorni in meno per pagare tasse e contributi (il 2016 è un anno bisestile e questo spiega la differenza apparente di tre giornate). Si torna così ai livelli del 2012, allontanandoci dalla soglia psicologica del 30 giugno, ovvero il 50% dei giorni dell’anno (passate le quali si lavorerebbe di più per lo Stato, i comuni e i vari enti impositori che per se stessi).
Per quanto concerne la ripartizione nella singola giornata, considerando ogni giornata lavorativa composta da 8 ore, ben 224 minuti sono destinati al pagamento di Irpef, contributi, imposte locali e sui consumi e solo 256 sono riservati al proprio budget familiare. L’anno scorso i minuti dedicati alle proprie esigenze erano invece 252.
Naturalmente, c’è a chi può andare meglio, soprattutto per i redditi bassi o medio bassi: un operaio con un reddito di poco inferiore ai 25.000 euro si libererà del giogo delle tasse l’11 maggio, 24 ore prima del 2015.