La storia dei videogiochi è il racconto concentrato in un arco temporale relativamente breve. In circa mezzo secolo questi sono diventati parte integrante della vita delle persone, al punto da rientrare nel dibattito pubblico, nel commercio, nel marketing e non solo. Parlare di storia del video game significa raccogliere tutti quei piccoli cambiamenti che hanno reso il gaming quello che conosciamo oggi: un mondo specialistico fatto di giocatori di professione ed un business che vale cifre stellari difficili da immaginare. In questo quadro si colloca una nicchia di amatori che non può non guardare con una certa nostalgia il gioco elettronico di un tempo, quello in cui bastava inserire una monetina e vivere un’esperienza che ai tempi era considerata vicina alla fantascienza. Nel ripercorrere questa storia abbiamo preso spunto dalle narrazioni e dalle recensioni di insertcoin.it, l’enciclopedia del gioco più approfondita del web.
La prima vera nascita
L’anno di nascita del videogioco è il 1947, quando Thomas T. Goldsmith e Eastle Ray Mann progettarono il primo vero gioco fruibile tramite tubo catodico. Il brevetto fu presto depositato e diede il via a quella che è destinata a diventare una storia importantissima per il genere umano. La storia prosegue con lo sviluppo di sistemi di gioco sviluppati da altissimi istituti di ricerca, tra i quali figura il MIT. Si trattava di giochi concepiti per il largo consumo ma che non erano affatto presenti in tutte le case. La svolta la si ebbe qualche anno più tardi, con la nascita del primo gioco Arcade. Era esattamente il settembre del 1971 quando la Stanford University mostrò al mondo Galaxy Game, un gioco basato su Spacewar. Il gioco funzionava a monetina ed è quindi ricordato come il primo di questa tipologia. Poco più tardi fu prodotta la versione ultimata di Spacewar a cura di Nolan Bushnell e Ted Dabney. Grazie a loro nascque il primo videogioco arcade non meccanico prodotto su larga scala, dove per “larga” intendiamo solamente 1500 pezzi al mondo. Non fu un gran successo per via della difficoltà di gioco.
Gli anni d’oro
La storia individua l 1978 come l’anno d’oro dei videogames con la pubblicazione a cura di Taito, importantissima casa produttrice di settore, del gioco Space Invaders. Il successo del gioco fu strepitoso e spinse centinaia di produttori a lanciarsi nel mercato per produrre propri videogiochi. La tecnologia crebbe al punto da offrire prestazioni a colori e storie sempre più avvincente. Nello stesso anno uscì Asteroids, di Atari. Il gioco si meritò il podio per numero di vendite ma è con il 1980 che il fenomeno diventa di massa: arriva nelle sale da gioco il famosissimo Pac-Man. Da quel momento presero il via le console come lo storico Commodore e i primi PC IBM che traghettano la storia del video gioco alla terza generazione di console, ovvero quelle degli anni novanta.
Il futuro
Ad oggi viviamo l’era dell’ottava generazione, quella che ha segnato i nostri giorni con console del calibro di Nintendo DS, Play Station Vita, Wii ed Xbox. Il gioco è entrato a far parte dell’antropologia e della sociologia ed è utilizzato tramite realtà aumentata anche per preparazioni atletiche di sportivi e militari. Milioni e milioni di fatturati ruotano attorno al gioco grazie anche agli smartphone, che sono a tutti gli effetti micro-console in grado di intrattenere gratuitamente miliardi di persone. Il gioco è diventato anche una vera e propria professione e non è più considerabile solamente un passatempo per le giornate fredde invernali. Dove andrà a finire questa storia? Siamo certi che, vista l’avanzata tecnologica, avremo la possibilità di giocare con avatar iper-realistici e di vivere esperienze di gioco “fantascientifiche”.