I dispositivi progettati per fermare una nave al fondale sono chiamati ancore, formate tradizionalmente da gambo, fiocchi, calcio, bracci e corona.
Il gambo è l’elemento dell’ancora che trasmette la forza di tensione ai bracci, che sono superfici sporgenti progettate per penetrare nel terreno. Il calcio è una barra trasversale nella parte superiore del gambo, mentre la corona è la parte inferiore dell’ancora dove si uniscono i bracci. A seconda delle dimensioni e del tipo di imbarcazione, delle condizioni meteorologiche e del fondale, vengono utilizzati diversi tipi di ancore per mantenere la posizione.
La portata è il termine che descrive il rapporto tra la cima pagata e la profondità dell’acqua più l’altezza del gancio di prua. In generale, una portata maggiore aumenta la forza di tenuta contribuendo a una maggiore trazione orizzontale dell’ancora. La quantità di corde (catena) utilizzata da una nave per l’ancoraggio è normalmente da cinque a sette volte la profondità dell’acqua. L’area di mare, in relazione a fattori quali venti, onde e fondali, che è adatta all’ancoraggio delle navi è invece chiamata ancoraggio.
I fondali adatti all’ancoraggio sono segnati sulle carte nautiche e sono generalmente composti da fango e sabbia o da fango e argilla. L’ancoraggio dipende anche da fattori come la profondità, ove bisogna conoscere le fluttuazioni del livello dell’acqua per non correre rischi. I banchi di bassa marea possono far arenare una nave, mentre la velocità delle correnti o i venti possono far trascinare le ancore. A seconda delle correnti, del tempo e delle condizioni del fondale, possono essere utilizzate diverse quantità di corde.
Condizioni di ancoraggio sfavorevoli, come il maltempo, richiedono una portata maggiore, una catena aggiuntiva all’ancora, o eventualmente un’ancora più pesante o addirittura più ancore. Alcune imbarcazioni dispongono di una “ancora da tempesta”, progettata per resistere a velocità del vento fino a 42 nodi (21,61 m/s). Mantenere la posizione durante il maltempo è difficile, poiché al raddoppio della velocità del vento i requisiti di tenuta possono quadruplicare.
Altri compiti che richiedono ancore multiple vanno dalle squadre di recupero che cercano di mantenere la posizione su un relitto affondato agli oceanografi che misurano la velocità e la direzione della corrente da una barca. L’uso di ancore multiple per evitare che un’imbarcazione oscilli avanti e indietro richiede una pianificazione dettagliata ed equipaggi pronti ad evitare cime aggrovigliate o rotte ed eliche incagliate.