La Cina ha annunciato nuove previsioni di crescita economica. Nel tracciare la linea politica del Partito, infatti, il premier cinese Li Keqiang ha di fatti ufficializzato il rallentamento della crescita economica del Paese asiatico, confermando quelle che erano le aspettative da parte di tutti i principali analisti internazionali, che tuttavia dibattevano sull’effettiva entità di questa flessione nell’imponente ritmo di incremento del PIL che aveva contraddistinto gli anni passati.
Pertanto, nel corso dell’evento, il premier Li Keqiang ha dichiarato che il Paese quest’anno punta a un’espansione del PIL del 6,5 per cento, dopo aver archiviato il 2016 con +6,7 per cento su un target compreso tra 6,5 per cento e 7 per cento. Ne deriva che, contemporaneamente, il premier cinese ha confermato che il Paese è cresciuto come da attese, posizionandosi a metà del range predeterminato, e ritiene che la crescita economica del 2017 sarà di 20 punti base inferiore rispetto a quanto era stato sperimentato nel corso dell’esercizio recentemente conclusosi.
Ad ogni modo, il concetto ancor più importante sembra essere legato non tanto alla quantità dello sviluppo economico, quanto alla qualità di questa crescita economica: se da un lato, infatti, si confermano massicci investimenti pubblici e l’impegno a calmierare la bolla immobiliare, è anche vero che il nuovo corso dovrà basarsi su consumi interni e investimenti privati, piuttosto che sull’estero. L’obiettivo vero e proprio del Partito è infatti quello di consentire una migliore evoluzione della propria economia, rendendo la crescita magari meno forte, con numeri più contenuti, ma maggiormente equilibrata (e il fatto che non sia stato assegnato un vero e proprio target per l’export sembra ribadirlo. Insomma, un annuncio non sorprendente, che conferma il cambio di passo nella gestione dello sviluppo economico del gigante asiatico, verso una nuova fase di maturità e di consolidamento.