In Russia è da qualche giorno apparso un colore rosso sangue sul fiume Daldykan. Le sue acque si sono improvvisamente colorate di un rosso acceso: quanto basta per permettere alle autorità locali di poter avviare una indagine che mira a comprendere cosa possa essere accaduto. Gli ambientalisti non hanno però grandi dubbi: il fiume si trova infatti vicino Norilsk, in Siberia, una delle città più inquinate della Russia e, inoltre, vicino a un polo industriale di grande riferimento, spesso contestato dalle stesse associazioni ambientaliste per presunte eccessive soglie di inquinamento.
Proprio per i motivi di cui sopra, anche se non vi sono ancora rilievi scientifici disponibili, sono in molti ad aver puntato il dito contro la società titolare dell’impianto metallurgico presente vicino al fiume. L’ipotesi è stata presa in considerazione anche dal Ministero per l’ambiente russo, che ha aperto l’indagine per capire quale sostanza chimica sarebbe la causa dell’inquinamento delle acque del fiume.
Per il momento, l’amministrazione ha respinto qualsiasi accusa, anche se il colorito rosso sembra richiamare facilmente alla memoria il fatto che alcune tipologie di processi di ossidazione ad alta temperatura e pressione riescano a trasformare le materie minerali di solfuro in ossido di ferro. Insomma, probabilmente il colore rosso vivo è dovuto è dovuto al ferro ossidato che è contenuto nei rifiuti.
Naturalmente, se le indagini dovessero confermare un simile inquinamento, l’intera area sarebbe in pericolo, considerato che l’acqua con alte concentrazioni di rifiuti chimici potrebbe essere altamente tossica e dunque pericolosa per la salute umana. Non ci resta che attendere il responso degli studi effettuati, e assistere alle relative conseguenze.